La guida al sito fai da te
Questa è la terza puntata della nostra Guida al sito fai da te, una guida in otto parti rivolta a chi vuole creare il proprio sito in autonomia. Dedichiamo questa puntata all’Architettura SEO per il tuo sito web.
Se ti interessano anche gli altri aspetti della creazione del tuo sito ti consigliamo di iniziare dal primo articolo “La guida definitiva al sito fai da te” e leggere le puntate nell’ordine. Insieme ti danno un metodo, una struttura per fasi ragionate che puoi seguire passo passo.
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Fase 3: l’ARCHITETTURA SEO
Se in fase strategica hai deciso di progettare un sito di una certa complessità, magari con un blog, oppure un e-commerce con un buon numero di prodotti, durante la vita del sito web scriverai numerosi contenuti. Questi contenuti devono essere unici, pertinenti, utili e ben organizzati. Questa organizzazione viene detta Architettura SEO o anche Alberatura SEO.
Una buona architettura dei contenuti serve scopi diversi:
- Ordina e collega tra loro le informazioni secondo uno schema gerarchico che serve a mettere in risalto quelle più importanti per il tuo business
- Rende la navigazione chiara e logica e aiuta le persone a trovare velocemente i contenuti migliorando l’esperienza d’uso
- Facilita la scansione dei contenuti da parte di Google e, di conseguenza, una indicizzazione più rispondente ai tuoi obiettivi.
- Ti fornisce una guida e un metodo efficace per la scrittura dei contenuti, migliorando la loro produzione
E’ opportuno perciò definire questa Architettura delle informazioni nelle fasi iniziali di progettazione del sito, ancor prima di scrivere un solo contenuto, e deve essere mantenuta e ottimizzata durante tutto il ciclo di vita del sito.
Con una Architettura SEO ben progettata i contenuti del sito cresceranno in modo armonico e troveranno subito la giusta collocazione all’interno di un quadro già definito.
Come si progetta un’Architettura SEO
La progettazione di un’architettura SEO, detta anche Alberatura, si compie attraverso questi tre elementi:
- il menu di navigazione: serve a rendere semplice trovare i contenuti, favorendo l’esperienza utente.
- le categorie: si tratta di contenitori gerarchici che raggruppano gli articoli per argomenti e sotto-argomenti.
- i tag: sono etichette che consentono un’archiviazione ad un solo livello, complementare alle categorie.
Oltre a questi tre elementi bisogna aggiungere quello del design di ogni pagina (una parte importante dei template o temi), che ha un doppio compito:
- coinvolgere il lettore, aumentandone la permanenza nel sito
- accompagnarlo, attraverso link interni, verso le pagine di maggior valore.
Visto che parliamo di siti fai-da-te è molto probabile che farai uso di template già pronti che assolvono questo scopo, quindi non ci soffermeremo più di tanto. Ti consigliamo però di fare attenzione a questo punto quando scegli il template per il tuo sito.
Il menu di navigazione
Il menu di navigazione è principalmente rivolto agli utenti che devono consultare il sito. Il suo scopo, abbiamo detto, è quello di permettere di trovare facilmente i contenuti.
Puoi immaginare quindi che maggiore la complessità del sito, maggiore la difficoltà di progettare un menu efficace.
Jakob Nielsen, informatico e grande esperto di usabilità, scrive nel libro Web Usability 2.0: “i menu gerarchici vanno usati con riguardo e non devono avere più di due livelli. Oltre questo limite […] il loro uso diventa complicato”.
Anche nell’e-commerce, dove può essere comprensibile l’utilizzo di un menu complesso per la moltitudine di prodotti offerti, molte aziende hanno fatto grandi sforzi per giungere ad una gerarchia a soli due livelli. Nell’esempio qui sotto vediamo il menu dell’e-commerce di MediaWorld: pur raggruppando i prodotti per categoria e per brand (per favorire l’uso dei filtri durante la visione dei prodotti) ha implementato un menu di navigazione di soli due livelli. Più avanti vedremo come un altro sito molto famoso – e molto, molto corposo – ha progettato il suo menu per evitare di superare i due livelli.
Se il tuo sito non è così corposo sarà ancora più semplice mantenere una navigazione semplificata, con poche voci selezionate che rimandano alle pagine più importanti del sito.
Le categorie e le informazioni telescopiche (siloing)
Come abbiamo scritto sopra, le categorie sono contenitori gerarchici che raggruppano i contenuti di un blog. Una differenza tra un blogger principiante e uno esperto sta proprio nella loro organizzazione: nella logica SEO infatti, per posizionare al meglio il proprio blog è preferibile usare un’architettura a contenuti telescopici oppure “per sili”, ottenuta con un uso attento delle categorie.
Come forse sai già, i sili sono ambienti chiusi, che non comunicano tra loro. L’architettura per sili utilizza le categorie in modo strettamente gerarchico, senza similitudini o sovrapposizioni logiche tra le categorie. Per utilizzare al meglio l’architettura per sili devi rispettare quindi le regole seguenti:
- assegna ogni contenuto ad una sola categoria
- non dare nomi uguali o simili a diverse categorie
- crea il tuo sistema di categorie e sotto-categorie, ma pubblica una categoria solo quando hai un po’ di articoli al suo interno.
L’architettura SEO per sili è il metodo utilizzato nel sito aranzulla.it, uno dei 30 siti più letti in italia. Lo stesso Salvatore Aranzulla, in uno dei seminari che ha tenuto in giro per l’Italia, ha dichiarato di essere approdato alla tecnica del “siloing” dopo numerosi test e ha confermato che per lui è quella che funziona meglio.
Quando entri nel suo sito vedi un menu ad un solo livello, che mostra le macro-categorie PC, Mobile, Internet. Ognuna di queste apre la pagina corrispondente.
In ognuna pagine di categoria è presente un altro menu, che mostra tutte le categorie e le sotto-categorie pertinenti. Solo gli argomenti che contengono un buon numero di articoli hanno una categoria puntuale, il resto degli articoli sono inseriti in categorie “Altro su [categoria]”.
Se decidi di adottare un’Architettura SEO per sili il posizionamento su Google ne sarà avvantaggiato, a patto che ogni articolo sia focalizzato su di un micro-argomento attribuibile ad una sola delle tue sotto-categorie. Ogni micro-argomento deve rispondere ad una ricerca molto specifica (detta anche long-tail) degli utenti su Google.
L’uso dei TAG
I Tag, contrariamente alle categorie, non costruiscono una gerarchia. Più che contenitori sono etichette, attribuibili con libertà, e vanno usati comunque con grande cautela perché anch’essi, come le categorie, creano pagine nel blog, e non è mai consigliabile avere pagine somiglianti.
Lo stesso Aranzulla ha dichiarato che nel suo blog i tag non hanno portato alcun vantaggio al posizionamento SEO e li ha eliminati completamente dai suoi articoli. Ma l’argomento di cui tratta il tuo blog potrebbe essere più adatto all’uso combinato di categorie e tag.
Nell’esempio del blog di cucina ha senso la suddivisione delle categorie in base alle portate (almeno qui in Italia dove i pasti importanti hanno ancora più portate) e invece i tag possono corrispondere agli ingredienti principali che possono trovarsi anche in diverse portate.
Architettura SEO e Customer Journey
Questo secondo tipo di alberatura del sito è più adatto ai siti aziendali. Anche qui lo scopo è sempre intercettare le ricerche su Google dei clienti potenziali, ma con questo secondo metodo organizziamo i contenuti per fase del processo di acquisto, o customer journey. Se durante la fase strategica hai studiato il percorso di acquisto dei tuoi clienti potenziali, saprai come e dove si svolgono le diverse tappe.
In base al percorso di acquisto, puoi decidere quali contenuti vanno inseriti in abbondanza nel tuo sito, quali evitare e come organizzarli al meglio.
Facciamo un paio di esempi:
Esempio 1: profumeria specializzata
La Signora Antonella ha una profumeria specializzata in prodotti ipoallergenici. Il suo negozio è in una via un po’ nascosta e fuori dai percorsi tradizionali dello shopping. I clienti affezionati si rivolgono a lei non solo per acquistare ma per essere consigliati sui migliori prodotti ipoallergenici adatti al loro tipo di pelle.
Ma chi non conosce già la Signora Antonella, come arriva a trovare il suo negozio su Google? attraverso la reputazione delle diverse marche di prodotti.
Infatti, le persone che cercano i migliori prodotti di make up ipoallergenici e non hanno ancora un punto di riferimento, si rivolgono a Google per cercare le migliori marche e paragonarle tra loro.
Durante queste ricerche i produttori di make up ipoallergenico devono superare durissimi test di credibilità che passano dalla ricerca sulle sostanze presenti nei cosmetici, ai video esplicativi, alle recensioni sui blog specializzati, all’esame del sito web dei produttori stessi.
Questo processo, che Google ha misurato con la collaborazione di un panel di qualche migliaio di volontari, può raggiungere e superare le 100 interazioni!
Solo alla fine del processo, una volta che è stato scelto il brand vincente, la cliente cerca il punto vendita più vicino e trova il negozio della Signora Antonella dove si reca per l’acquisto.
Che cosa impari da questo processo di acquisto? Ecco alcuni concetti:
- il processo si svolge prevalentemente online, alla ricerca di informazioni sui prodotti, gli ingredienti e le opinioni sui brand.
- solo la fase finale di acquisto avviene offline e si basa sulla posizione del negozio sulla mappa e sulla competenza della negoziante.
La strategia giusta per la Signora Antonella si basa:
- sulla verticalizzazione in una nicchia ristretta di prodotti
- sulla scelta accurata delle marche, continua e molto selettiva
Il sito web della Sig.ra Antonella ha quindi due obiettivi:
- far identificare il negozio come punto di riferimento per l’acquisto dei migliori brand di prodotti ipoallergenici
- avere una posizione forte sulla mappa di Google per le ricerche di prodotti ipoallergenici nella sua città.
Il suo sito deve contenere molti richiami alle marche selezionate e infine deve essere abbinato a una scheda Google My Business tenuta con molta cura per essere trovato, oltre che nei risultati organici di Google, soprattutto sulla mappa.
Esempio 2: Consulenza di management
Prendiamo ora un esempio preso da un settore (e un processo d’acquisto) molto diverso.
Il signor Giovanni è Amministratore Delegato di un’azienda nel campo della consulenza di management, settore nel quale bisogna ispirare molta fiducia attraverso profonde competenze e grande autorevolezza. Il suo cliente tipo è la grande impresa, il processo di acquisto dura molto tempo (spesso molti mesi), i touch point sono molti ma, anziché essere online, sono prevalentemente basati sull’interazione diretta tra persone:
- Il primo approccio avviene attraverso il passaparola
- Il cliente potenziale sente parlare di lui e controlla il suo sito per farsi una prima impressione
- Se il sito ispira fiducia, avviene il primo contatto personale
- il Sig. Giovanni viene convocato dal cliente potenziale per una presentazione della sua azienda
- l’esito della presentazione è positivo e il cliente potenziale chiede al Sig. Giovanni di presentare un’offerta
- Il cliente potenziale riceve l’offerta del Sig. Giovanni e la confronta con l’offerta di altri potenziali fornitori
- Il cliente potenziale opera la selezione del fornitore in base a una serie di parametri, tra cui sicuramente c’è l’aspetto della fiducia e quello del prezzo, oltre ad altri aspetti interni
- Se il sig. Giovanni è il fornitore prescelto, si arriva alla firma del contratto e si parte con la fornitura delle consulenze di management.
In questo caso il processo di acquisto avviene online solo nella prima parte di acquisizione delle informazioni e si sposta quasi subito offline e sull’interazione personale. In questo processo il sito del Signor Giovanni è uno dei primi punti di contatto di una lunga serie: ha un ruolo molto importante nell’ispirare competenza e fiducia per entrare nella prima fase di selezione, ma non ha un ruolo diretto nella fase finale della vendita che invece è affidata alle abilità personali del Signor Giovanni e dei suoi commerciali.
L’obiettivo del sito, pertanto, è soprattutto quello di attirare visitatori con contenuti informativi che esprimano tutta la sua competenza in materia. Siccome le fasi successive del customer journey si svolgono attraverso il contatto tra persone, il sito incoraggerà i clienti potenziali a mettersi in contatto ma non conterrà pagine dirette di vendita che potrebbero risultare inefficaci o addirittura fastidiose.
Studiando il processo di acquisto per il tuo prodotto scoprirai che cosa la gente cerca, dove lo cerca e in quale fase del processo lo cerca. Il compito del tuo sito web è intercettare le ricerche delle persone, nel momento giusto del processo di acquisto.
Conclusioni
Finora abbiamo sviscerato molti aspetti dell’organizzazione di una buona Architettura SEO. Arrivati alla fine dell’articolo ci teniamo comunque a ricordarti che questa è soltanto una delle sfide per posizionare il tuo sito web. Una volta creata l’organizzazione, i tuoi contenuti devono essere veramente originali e interessanti, offrire risposte e punti di vista unici e di valore, catturare l’interesse del tuo pubblico ed essere gradevoli da navigare. Solo in questo modo il tuo posizionamento su Google verrà mantenuto o migliorato nel tempo. Se i dati di navigazione mostrano alti tassi di rimbalzo, tempi di permanenza minimi, scarsa interattività, Google ritirerà la fiducia data in principio e il tuo sito perderà posizioni nelle SERP.
Bene, se questo articolo ti è stato utile ti consiglio di seguire anche le prossime puntate della nostra guida per il sito fai da te. Ti aspettiamo!
Approfondimenti
- Semrush: Come pianificare alberatura e architettura di navigazione di un sito
- Think with Google: Search Intent Marketing Funnel